Mi è stato chiesto di mandare qualche riflessione sull’esperienza di questi anni…
Ecco, dunque, due o tre cose (magari banali)

– non ha, penso, costrutto parlare di “metodo” se/quando un metodo non può essere applicato
– è un percorso a doppio binario, che, girando a spirale, si ripete e, insieme, si allarga e avanza
– la compresenza di persone sempre/spesso diverse e di persone che seguono con costanza mi pare richieda di fissare alcuni punti minimi, attorno ai quali girare includendo via via altri punti minimi
– a latere (sic!) una cosa importante credo debba essere il come, cioè con quali modalità gli “alunni” partecipino: non solo come ascoltatori e/o ripetitori, ma anche come curiosi, interessanti e trasmettitori: questo soprattutto nelle relazioni fra loro…Una spiegazione supportata da una ulteriore spiegazione da parte di uno di loro sarà molto utile per qualcun altro che fatica a seguire il nostro italiano
– “strutturare” troppo (come per il “metodo” così per i “livelli”) si scontra con la realtà ondivaga: si rischia di predisporre energie che poi non si riesce ad utilizzare
– un suggerimento, sommesso: accanto al bidello-segretario, creare un tutor per i nuovi arrivi sprovveduti alquanto….meglio gruppi più numerosi, ma con un tutor disponibile sempre

Un saluto caro a tutti… buon lavoro! 
Giovanni Gatta